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Cercare nella Pieta
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lla fine della sua vita Michelangelo ritorna per ben due volte sul tema della Pietà che lo ha sempre assillato, ed è senz'altro in questo tema che si rivela nel modo più sorprendente la sua evoluzione interiore..

ella seconda parte, l'esposizione continua la via aperta da Robert Hupka, mettendo a confronto l'ultima delle Pietà di Michelangelo, detta la "Rondanini", con quella di Roma.

uest'ultima Pietà che si trova al Castello Sforzesco di Milano è praticamente scononosciuta al grande pubblico. L'originale, molto fragile - non è mai uscito dal museo milanese - è presente nella mostra grazie ad una copia perfetta realizzata con la cortese autorizzazione del Museo del Castello Sforzesco.

senz'altro l'opera più sofferta dello scultore. incompiuta, è l'ultima alla quale ha messo mano fino a qualche giorno prima di morire all'età di 89 anni. La Pietà Rondanini oltre che per l'audacia della concezione, colpisce anche per la totale rottura con l'estetica così rinascimentale della Pietà di Roma.

ssa costituisce il polo d'attrazione della seconda parte dell'esposizione, punto estremo su cui lo sguardo di Michelangelo si è posato nella sua ricerca dell'infinito.

osì a più di mezzo secolo di distanza e in due momenti fondamentali della vita dell'artista, le due opere si richiamano e si completano : dalla serenità luminosa della prima allo spogliamento patetico della seconda viene offerto al pubblico, con una rara densità, l'arco di una vita e l'affascinante percorso di un genio fuori del comune, uomo dalla fede profonda e artista visionario.

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